Terre di Pisa: i vini rossi e bianchi della Val di Cecina
La prima uscita della nostra Delegazione dopo le vacanze estive ci ha portati nelle zone della Val di Cecina, in due delle cantine più rappresentative.
La zona di Pisa infatti non vanta solamente la famosa Piazza dei Miracoli con la sua torre ma è legata alla viticoltura fin dai tempi più antichi quando gli Etruschi, vissuti in queste terre fra il IX e il I secolo a.C., producevano e consumavano vino di qualità.
Nel 2011 nasce la DOC Terre di Pisa che valorizza la produzione vinicola pisana di qualità, legandola finalmente alla concezione territoriale della promozione verso l’esterno.
Come ormai consuetudine, tutti eravamo pronti al punto di ritrovo, curiosi di quello che ci avrebbe atteso (…ed effettivamente i colpi di scena non sono mancati…vero?!…ma questo ve lo svelerò più tardi).
Prima tappa, CAIAROSSA; azienda vitivinicola immersa nella macchia mediterranea che con le sue mura rosse fuoco spicca in mezzo al verde delle vigne della Val di Cecina, più precisamente nella località di Riparbella, un piccolo borgo medievale che si erge a circa 200 mt di altitudine su una collina della costa toscana a metà strada tra Pisa e Volterra.
Ad attenderci ed accoglierci, Adele, ottima padrona di casa che ci fa sentire subito a nostro agio offrendoci un calice del loro bianco sulla terrazza antistante l’ingresso. Nel bicchiere degustiamo il CAIAROSSA BIANCO 2020 (igt Toscana Bianco); vino nato da un blend di varietà Viognier e Chardonnay in percentuale uguale che seguono però diversi percorsi di fermentazione e affinamento: il Viognier in piccole vasche di cemento e anfore (utili al mantenimento dei sentori sapidi), lo Chardonnay subisce invece 6 mesi di affinamento sulle fecce fini in barrique ricondizionati durante i quali si effettuano periodici batonnage.
Sia al naso che in bocca si apprezzano le note fruttate ben bilanciate dalla freschezza e dalla sapidità caratteristiche del Viognier che danno vita ad un vino elegante ed equilibrato che ben accompagna i racconti della nostra guida sulla storia dell’azienda.
Dobbiamo fare un passo indietro fino al 1998, quando un discografico belga, decide di voler investire in Toscana, proprio nella zona dove ci troviamo, Ribarbella, in vigneti e cantina. A quei tempi qua erano tutti campi di grano e olivi, lui quindi fece un’analisi dei suoli che mostrò una vasta eterogeneità; inizialmente scuro dovuto alla presenza di rocce nere chiamate gabbro (favorevoli alla coltivazione del Cabernet Sauvignon), poi zone più calcaree, minerali e sabbiose (favorevoli alle varietà a bacca bianca), infine l’argilla ricca di minerali ferrosi che conferiscono un colore scuro tendente al rosso.
Nel 2003 la proprietà è stata venduta ad una famiglia olandese già proprietaria anche di un Gran Cru Classé a Margaux.
Oggi Caiarossa conta 70 ha distribuiti tra i terreni dove ci troviamo oggi e la collina di Nocolino, distante pochi km dal centro di Riparbella, di cui la metà occupati da bosco mentre l’altra metà occupata da vigneti con 7 varietà a bacca rossa: Sangiovese, Merlot, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Petit Verdot, Alicante e Syrah e tre a bacca bianca: Viognier, Chardonnay e Petit Manseng.
Fin dall’anno della nascita, Caiarossa è un’azienda biodinamica, alla continua ricerca di un rapporto di armonia fra natura e uomo, tradotto in un profondo legame con l’ambiente che porta ad abolire l’utilizzo di fertilizzanti minerali sintetici e di pesticidi chimici e ad accudire meticolosamente i vigneti attraverso ricognizioni di controllo quotidiane. Il terreno è lavorato con compost prodotto con letame e residui della vinificazione, concimazione verde (sovescio), preparati biodinamici e gestione dell’inerbimento con miscele di sementi biologiche. Queste operazioni, aumentando l’attività biologica del terreno lo rendono vitale e le piante possono crescere in modo salutare.
Ottiene inoltre la prima certificazione di Agricoltura Biologica nel 2003.
Ma passiamo in cantina: al nostro arrivo siamo fortunati e sono ancora in corso le operazioni di selezione manuale che abbiamo quindi il piacere di vedere dal vivo. L’uva si trova raccolta in cassette di plastica che volta volta vengono rovesciate sui nastri dove vengono selezionate per 3 volte e poi gli acini delicatamente “cadono” per gravità nelle vasche sottostanti.
Traendo ispirazione dagli studi di geodinamica e dai principi del Feng Shui, è stato realizzato il progetto della cantina, dove la naturale pendenza del suolo ha reso possibile sviluppare la struttura su quattro livelli, che permettono una vinificazione “a caduta”, sfruttando unicamente la forza di gravità.
Come detto in precedenza e come abbiamo potuto notare appena arrivati, l’esterno della cantina appare di un rosso intenso, simbolo di forza e del colore del suolo.
Ai lati della struttura, grandi vetrate permettono ai raggi del sole di penetrare durante tutto il giorno, donando luce naturale a chi sta lavorando.
L’ingresso è posto nella parte più alta e da qua è possibile avere la visuale di tutti i livelli sottostanti.
Infine la barriccaia, dove ritroviamo nuovamente il colore rosso, simbolo del legame con la terra.
Le uve rosse entrano in cantina e come abbiamo visto, dopo un’attenta selezione manuale, gli acini vanno a riempire direttamente le vasche, in cemento e legno, che si trovano ai due piani inferiori, sfruttando la forza di gravità, senza bisogno di utilizzare pompe meccaniche. Negli ultimi anni sono state introdotte anche alcune vasche in acciaio che facilitano il controllo della temperatura e del volume del mosto e del vino.
Tutti i processi di vinificazione avvengono sempre separatamente in base sia alla varietà sia alla parcella del vigneto da cui deriva.
Dopo i processi di fermentazione alcolica, macerazione e fermentazione malolattica, che durano circa due mesi, i vini sono trasferiti, sempre per caduta, in botti di piccole, medie o grandi dimensioni, che si trovano al piano sotterraneo, nella barriccaia (60% di umidità, 13-14°C).
Entrambe le fermentazioni, alcolica e malolattica, si attivano spontaneamente grazie a lieviti e batteri indigeni.
Nella barriccaia sono presenti botti di rovere francese tostate o meno dove i vini procedono all’affinamento per un periodo di tempo che varia a seconda del vitigno e del vino che andranno a comporre. Il periodo varia dai 12 mesi fino ai 24 mesi.
Al termine dell’affinamento, dopo attente analisi e degustazioni, in cui vengono decisi i vari blends, i vini sono assemblati in vasche di cemento dove riposano per circa un anno.
Piccola curiosità è che dal 2017 l’azienda collabora con altre due aziende della zona per la produzione di un vino simbolo di Riparbella: TRESORO. È infatti presente un’anfora, destinata esclusivamente alla produzione del vino dedicato a questo progetto, che ogni anno nasce dall’assemblaggio del Cabernet Sauvignon prodotto da Caiarossa, dal Cabernet Franc prodotto dall’azienda Duemani, e dal Merlot prodotto dalla tenuta Prima Pietra.
La nostra visita ci ha condotti anche all’ora di pranzo, Adele infatti ci accompagna nella sala degustazione dove ci accomodiamo curiosi della degustazione e del pranzo che ci attendono:
- PERGOLAIA 2019 14%: igt Toscana Rosso. 85% Sangiovese, 15% fra Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Merlot.
12 mesi in botte grande, 6 mesi in cemento, 1 anno in bottiglia.
Alla vista si presenta di un rosso rubino intenso quasi impenetrabile, con aromi di mora e ciliegia sotto spirito che arrivano al naso. In bocca si scopre un vino semplice, beverino, rispettoso della tradizione toscana.
Si distinguono gli aromi di rosa e violetta caratteristici del Sangiovese e la nota verde del Cabernet.
È un vino giovane, con una certa astringenza, che un altro anno di affinamento può renderlo ancora più piacevole.
- ARIA DI CAIAROSSA 2019 14%: igt Toscana Rosso. Blend di 5 varietà a bacca rossa: Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot, Grenache, Syrah (dalle vigne più recenti della collina di Nocolino).
14/16 mesi in barrique, 6 mesi in cemento, 1 anno in bottiglia.
Alla vista si presenta di un rosso rubino intenso impenetrabile.
Balsamicità spinta, sia al naso che al palato dove apprezziamo un vino pieno, con un tannino leggermente più levigato anche se anche questo ancora molto giovane.
- CAIAROSSA 2012 14%: igt Toscana Rosso. Blend di 7 varietà a bacca rossa: Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot, Grenache, Syrah, Sangiovese e Petit Verdot. Utilizzate tutte per avere un vino che rappresenti l’azienda.
16/18 mesi in barrique (33% nuove, 33% di primo passaggio, 33% di secondo passaggio), 6 mesi in cemento, 1 anno in bottiglia.
Si apprezza la speziatura del Syrah e del Merlot, e la balsamicità del Cabernet Sauvignon e Franc.
In particolare, in quest’annata 2012, escono marcati sentori di cuoio e lavanda.
Si evidenzia una spiccata terziarizzazione dei profumi; china, rabarbaro, caffè, tostatura.
- Per finire non poteva mancare il “gioiellino” di casa: ORO DI CAIAROSSA 2020 12%: igt Toscana Bianco Vendemmia Tradiva. 100% Petit Manseng.
Vino dolce prodotto solamente nelle annate ritenute “buone” per la produzione dei vini passiti; ogni anno quindi verso metà/fine Ottobre, le uve vengono raccolte e alla fine della produzione si decide se imbottigliare oppure no.
Nel bicchiere il vino si presenta di un bel giallo dorato, al naso una piacevole trama aromatica precede il sorso ricco di acidità e freschezza caratteristiche del vitigno.
La nostra giornata non è finita! Dopo qualche bottiglia acquistata, rimontiamo in macchina verso la nostra seconda tappa: Azienda Agricola CASTELVECCHIO.
Sembra facile percorrere meno di 30 Km fra le belle colline pisane circondati da affascinanti terreni argillosi…ma non sempre è così! Ed è a questo punto della giornata che tutti quanti ci siamo trovati a mettere in atto le nostre reminiscenze di MacGyver, e simili…perché? Eh eh…ancora troppo presto per svelarlo!
In un modo o in un altro, e con un pochino di ritardo sulla nostra tabella di marcia, riusciamo comunque a raggiungere la nostra tappa. Stavolta ci troviamo a Terricciola, come detto, territorio immerso fra le colline argillose. La storia di Castelvecchio nasce nei prima anni del 2000 con Claudia, una delle figlie della famiglia Pantani, che decide di riprendere e far rinascere quella che era sempre stata la principale attività della famiglia e quindi acquista 10 ha di terreno dedicati alle vigne (6 ha) e alla cantina. Nel 2006 si ha la prima vendemmia con le varietà Trebbiano, Malvasia e Colombana per la produzione del vino bianco e del Vin Santo e delle varietà a bacca rossa Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc per la produzione dei vini rossi.
Altro anno importante per l’azienda è il 2015 quando, vista la sempre più spinta propensione alla produzione di vini di qualità, si decide di far nascere tre etichette in edizione limitata: Massima Felicità, Qui e Ora, Gradualmente. Queste vengono realizzate da una selezione delle migliori uve provenienti dal vigneto e solamente nelle annate migliori.
Particolarità di queste bottiglie è l’etichetta che ogni anno cambia e sempre rappresenta scene delle varie fasi della vita ed è accompagnata da una frase scritta a mano.
L’azienda dal 2014 è riconosciuta biologica.
Anche qua riusciamo a cogliere una particolarità di questo momento dell’anno, ovvero l’appassimento delle uve per la produzione del Vin Santo. Nella parte più alta dell’edificio, nella sala sottotetto, abbiamo quindi il piacere di poter vedere i grappoli separati per varietà di uva distesi sugli appassitoi. Inebriante è il profumo nella stanza e ci incuriosisce per l’assaggio.
Non ci manca altro che sederci, coccolati dall’aria pomeridiana delle colline pisane, e degustare i vini di quest’azienda.
- TOCCO D’ARMIDA 11,5%: Vino rosato frizzante. Sangiovese e una piccola aggiunta di Cabernet Sauvignon in alcune annate. Novità dell’azienda dal 2019, si tratta di un vino prodotto aggiungendo alla base di rosato il mosto del Vin Santo e i lieviti per ottenere la rifermentazione in bottiglia. Non viene fatta la sboccatura.
Nel calice si apprezza un colore rosato/aranciato, vino beverino per accompagnare una serata in compagnia.
- IL PICCHIO 2021 12%: Bianco di Toscana igt. Blend di Trebbiano, Malvasia e Colombana.
Vino semplice dalla beva molto piacevole. Al naso dominano le note della pesca e della mela cotogna ed in bocca una buona accidità accompagna il sorso fino alla fine.
- IL TOCCO 2021 13%: Rosato di Toscana igt. Sangiovese e una piccola aggiunta di Cabernet Sauvignon in alcune annate.
Vino fresco e sapido di media struttura. Molto piacevole da bere in compagnia
- LE BALZE 2021 13%: Terre di Pisa Rosso DOC. 70% Sangiovese, 30% Cabernet Sauvignon/Cabernet Franc.
Affinamento sulle fecce fini in barrique di secondo e terzo passaggio per circa 12 mesi. Minimo 4 mesi in bottiglia.
Colore porpora intenso. Sia al naso che in bocca si apprezzano i sentori di ciliegia e amarena e la viola tipica del Sangiovese. Una punta di vegetale in retrogusto. Ottimo per accompagnare antipasti toscani o primi piatti al ragu di carne rossa.
- LE COLLINE 2021 13%: Terre di Pisa Sangiovese DOC. 100% Sangiovese.
Affinamento sulle fecce fini in barrique di secondo e terzo passaggio per circa 12 mesi. Minimo 4 mesi in bottiglia.
Note terziare di di vaniglia e chiodo di garofano, lasciano spazio ad un sorso strutturato.
Ancora giovane per apprezzarlo al meglio, promette di regalare grandi soddisfazioni in futuro.
- MASSIMA FELICITA’ 2021 13%: Terre di Pisa Rosso DOC. Sangiovese e Cabernet Franc.
Affinamento in legno di rovere da 500 Lt per 15 mesi e poi minimo 4 mesi in bottiglia.
Al naso si apprezzano aromi floreali e fruttati su sottofondo speziato. Il legno è ben integrato e la struttura ben bilanciata da freschezza e tannini.
- ARMIDA 2018 13,5%: Vin Santo del Chianti DOC. Trebbiano, Malvasia, Colombana.
Una volta scelte in vigna le migliori uve, dopo un’ulteriore selezione, si dispongono sui graticci per l’appassimento di minimo 3 mesi al termine del quale subiscono l’ammostamento e se ne ricava un succo denso e dolcissimo che viene fatto riposare per minimo 5 anni in piccoli caratelli di rovere da 100 litri. Non viene filtrato.
Vino dolce dove il processo di invecchiamento ossidativo nei caratelli conferisce il tipico colore ambrato ed i sentori di frutta secca e candita, fico, miele e caramello. Il sorso è dolce ma ben sostenuto da una spiccata freschezza.
Anche questa degustazione è terminata, qualche acquisto, la foto di rito con i produttori e le nostre facce rilassate per la giornata trascorsa.
Il sole sta tramontando, il panorama merita qualche foto ed è anche l’ora di rientrare a casa ma…forse però manca una macchina?!?! Già, perchè a questo punto manca solamente una curiosità da svelare. Sarei tentata di dirvi che la scoprirete solamente se venite alla prossima gita, ma già se state leggendo questa riga è perché siete arrivati in fondo all’articolo e quindi già avete fatto abbastanza!
Beh, oggi dobbiamo assolutamente ringraziare tutti i partecipanti alla gita non solo ovviamente per aver avuto la voglia e curiosità di venire con noi, non solo della compagnia, ma soprattutto della pazienza e dell’ingegno tirato fuori! Infatti, dovete sapere, che sulla strada tra Caiarossa e Castelvecchio, una delle macchine della nostra carovana è rimasta senza benzina (ovviamente non potete chiedermi di mettere anche i nomi nero su bianco nell’articolo!). Sul momento quindi, non ci è rimasto altro da fare che lasciare momentaneamente l’auto su un lato della strada, riempire le altre macchine con le persone rimaste a piedi e proseguire verso il nostro appuntamento a Castelvecchio. A questo punto però dovevamo trovare il modo di recuperare la macchina. Quindi fra taniche, forbici, tubi di gomma, bottigliette tagliate stile imbuto, volantini ripiegati e altri marchingegni vari, la disponibilità, la gentilezza e la pazienza di alcuni abitanti del luogo e soprattutto del nostro compagno di viaggio Matteo, riusciamo a riportare tutti, persone e mezzi, a casa!
Che dire, se avete voglia di trascorrere una giornata insieme a noi, conoscere qualche Azienda, degustare qualche vino e se siete fortunati improvvisarvi anche ingegneri tuttofare (!!) vi aspettiamo alle prossime uscite!!!
Articolo di Sara Bessi