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Due regioni in una, viticoltura eroica, vini bianchi, rossi e spumanti, tutto in un viaggio

TRENTINO – ALTO ADIGE

“Due regioni in una, viticoltura eroica, vini bianchi, rossi e spumanti, tutto in un viaggio”

 

Finalmente il gran giorno è arrivato, la due-giorni Fisar Prato!

Cosa ci aspetterà? Un po’ di fresco? Birra? Cibo tipico? VINI?? …Chissà…sicuramente il Trentino-Alto Adige e 5 aziende ci attendono!!!

Se vogliamo godere di tutto ciò stamani ci attende una levataccia…ore 5.30 tutti pronti in partenza da Prato! (in realtà una parte del gruppo gode già della vacanza dal venerdì…quando non sono mancati birra, wurstel, bretzel e bei panorami!). Ma alle 10.00 siamo già tutti insieme da Marta, che ci attende nell’azienda MANINCOR, la prima di una lunga serie.

Ci troviamo a Caldaro, a Sud di Bolzano, famosa per il suo lago.

Il palazzo dell’azienda risale al 1608 e dal 1996 è iniziata la produzione di vino che dal 2009 è anche certificato biologico.

L’azienda comprende 55ha fra quelli di Caldaro e quelli di Terlano. I vitigni coltivati sono Cabernet Franc (vigne vecchie circa 30-40 anni), Schiava e Petit Verdot, Merlot, Syrah e Moscato giallo nei terreni posti più verso il lago.

Come contributo alla natura biologica della lavorazione, vengono utilizzati i corni di silice e letame, tisane e si segue il calendario lunare.

La cantina, costruita tra il 2002 ed il 2004 si sviluppa su tre livelli. Questo favorisce l’attività per gravità e a temperatura e umidità controllate. Si nota tra l’altro che sul tetto della cantina c’è una vigna con sei metri di terra che contribuisce al controllo termico.

Sono state progettate grandi vetrate per gli uffici per permettere l’ingresso della luce naturale, l’utilizzo del cemento per l’isolamento termico ed il ferro che viene trattato per resistere all’umidità e non arrugginire.

A questo punto entriamo e ci sentiamo come chicchi d’uva nel ciclo di lavorazione…arriviamo in cantina, come l’uva arriva in cantina, troviamo il banco di selezione e quindi la pigiadiraspatrice. A questo punto il pigiato si separa in base a ciò che vogliamo produrre:

  • vini rossi e freschi che fanno acciaio che vengono travasati in vasca tramite sollevamento dei contenitori dove si trovano;
  • il pigiato dedicato invece all’invecchiamento che cade in dei buchi sul pavimento posti in corrispondenza delle botti che si trovano al piano sottostante.

I vini fanno tutte fermentazioni spontanee che terminano fra gennaio e marzo, dopodiché partono gli affinamenti.

Per finire, ci spostiamo nella barricaia, dove legni francesi e austriaci con varie tostature accolgono i vini rossi. La temperatura è costante a circa 10°C in modo da non far ripartire fermentazioni, grazie anche a canaline scavate a diretto contatto con la terra.

Qua sembra di essere in una vera e propria “SPA del vino”, che viene coccolato e cullato anche da una musica di sottofondo.

Per quanto riguarda i vini bianchi invece, questi fanno solamente affinamento in botti grandi o su fecce fini nelle loro botti a temperatura refrigerata controllata.

Al terzo ed ultimo livello della cantina troviamo le presse per la lavorazione dei bianchi; questi subiscono una pressatura soffice e lenta grazie ad un cuscinetto per 4-5 ore, per non intaccare né raspi né vinaccioli.

Solo Moscato Giallo e Petit Manseng restano un po’ di più per avere maggior estrazione di aromi.

I raspi e gli scarti della lavorazione vengono ovviamente raccolti e diventano concime per i terreni.

Particolarità del posto è l’utilizzo anche del vitigno Tempranillo in quanto resistente alle alte temperature.

 

Il caldo e la curiosità ci hanno messo sete…e quindi ci dirigiamo adesso verso la nostra prima degustazione:

 

  • MOSCATO GIALLO: 100% Moscato Giallo. 2022 – 12%

Un bianco da apertura. Colore giallo paglierino brillante. Beverino, pulito, estivo, aromi di frutti esotici, cedro e pompelmo ben combinati con acidità e freschezza.

 

  • RESERVE DELLA CONTESSA: 90% fra Pinot Bianco e Chardonnay, 10% Sauvignon Blanc. 2022 – 13%

Questo vino veniva fatto con i vini delle botti preferite dalla Contessa, ecco svelato il perché del nome. Il blend è noto come “cuvée Terlano classica” e fu ideato nel 1975.

Questo vino nasce da terreni vulcanici e con una vena di porfido che fanno un vino pulito, con note sapide, fresche e minerali.

Al naso si percepiscono sentori di mela, albicocca e salvia. All’assaggio è avvolgente ed elegante, grazie al passaggio in legno grande che permette di ammorbidire l’acidità e la freschezza.

 

  • DER KEIL: 100% Schiava da Vigne Vecchie (80-100 anni). 2021 – 12,5%

Il nome del vino deriva dalla forma delle vigne, “der Keil”= il cuneo.

Questo vino nasce dopo la “crisi della Schiava”, quando la coltivazione di questo vitigno per un periodo fu sostituita dalla coltivazione delle mele. In realtà nello stesso periodo la Schiava viene mantenuta ma diventa un vino più nobile, non viene più utilizzato il classico allevamento a pergola bensì un guyot o una spalliera in modo da diminuire la resa, ecc.

Ci troviamo quindi nel bicchiere un vino dal colore rosso rubino brillante. Caratterizzato da sentori fruttati con note di ciliegie ed una leggera speziatura. In bocca è intenso e di buona beva con tannini molto leggeri ed un’elegante persistenza.

 

  • CASSIANO: 70% fra Merlot e Cabernet Franc, 10% Cabernet Sauvignon, 10% Tempranillo, 10% Petit Verdot. 2020 – 14%

Questa cuvée è nata nel 1996 senza Tempranillo, poi aggiunto nel 2004.

Riposa 12 mesi in barrique; si tratta di un rosso di struttura, da affinamento, ed essendo del 2020 ancora ne ha bisogno visto che in bocca risulta ancora un po’ scomposto ed ha un’elevata acidità che può solo farlo migliorare.

 

Dopo un pranzetto ed un po’ di relax proprio sulle sponde del lago di Caldaro, ci rimettiamo in auto verso la nostra seconda destinazione, la tenuta HOFFSTÄTTER.

Ci troviamo proprio nel cuore del centro storico di Termeno, città sempre in provincia di Bolzano ma un po’ più a sud rispetto alla nostra prima tappa. Questa ospita circa 530.000 abitanti e, curiosità, vanta il primato per il campanile più alto dell’Alto Adige.

Qua ci aspetta Jϋrgen, pronto a farci immergere nel territorio e nella storia della cantina.

La tenuta nasce nel 1907 e siamo oggi alla quarta generazione. Ha una storia molto legata al territorio; l’edificio storico risale addirittura al 1580 e fino agli anni ’80 venivano prodotti solamente vini di massa con prevalenza di rossi. Ultimamente invece la cantina si aggira su quasi il 70% di vini bianchi e di qualità.

In questa zona viene prodotto solamente lo 0,8% della produzione italiana di vino, poiché tanti terreni si trovano sopra i 1000 mt dove diventa difficile coltivare.

I terreni appartenenti alla tenuta Hoffstätter sono caratterizzati da zono microclimatiche diverse ed i vigneti si trovano in sei diversi masi dove si coltivano Gewϋrztraminer (tra i 300 e i 450 mt s.l.m.), Lagrein, Pinot Nero, Pinot Bianco (500 mt s.l.m.), Sauvignon Bianco (a 700 mt di altezza), ed altri tipi di vitigni a bacca bianca intorno agli 820 mt di altitudine.

Nel 2014 la famiglia ha acquistato un nuovo maso nella Saar, nella regione della Mosella, dove coltiva Riesling.

Quando scendiamo nella barricaia notiamo, come ci spiega Jϋrgen, che in ciascuna botte c’è il vino proveniente da una parcella e infatti la botte riporta il nome di quella parcella: Sant’Ubaldo, San Michele, Roccolo, ecc.

Una particolare attenzione è riservata ad uno dei vitigni simbolo della zona, ovvero il Gewϋrztraminer; molti sono infatti gli eventi e le iniziative organizzate durante tutto l’anno in città in suo onore (“Il Simposio del Gewϋrztraminer” con 120 Gewϋrztraminer da tutto il mondo, “Il sentiero del Gewϋrztraminer” che accoglie 16 Gewϋrztraminer lungo 4 km di passeggiata fra le vigne, ecc.)  ma anche l’azienda stessa, oltre ad organizzare incontri sul tema, accoglie quello che ha chiamato “il giardino del Gewurztraminer”, un piccolo “angolo di paradiso” giusto al di sopra della cantina.

Adesso, due bellissimi tavoli di rovere ci attendono per la nostra degustazione:

  • MICHEI TRENTO DOC EXTRA BRUT: 100% Chardonnay. 12,5% – Sboccatura 2023

Metodo classico, seconda fermentazione in bottiglia per 48 mesi su lieviti fini. Perlage fine ed elegante. Aromi molto citrici e polpa di frutta gialla.

 

  • FISCHER RIESLING MOSEL TROCKEN: 100% Riesling. 2022 – 12%.

Un Riesling “Trocken”=secco color giallo paglierino che non spicca per i classici sentori di idrocarburo bensì per una bella freschezza con sentori di frutta e agrumi.

 

  • WEIβBURGUNDER PINOT BIANCO: 100% Pinot Bianco. 2022 – 13,5%

Giallo paglierino, al naso pulito con forti sentori di pera che si confermano in bocca.

 

  • BARTHENAU VIGNA SAN MICHELE PINOT BIANCO: 100% Pinot Bianco. 2021 – 13,5%

La denominazione “Vigna” garantisce in Alto Adige la provenienza di un vino da uno specifico vigneto, in questo caso, la vigna San Michele che si trova intorno a 450 mt s.l.m.

Questo vino affina per 10 mesi circa in tonneau e successivamente per 6 mesi in bottiglia.

Profumi intensi e complessi; in bocca una bella struttura bilanciata da una buona acidità.

 

  • CHARDONNAY: 100% Chardonnay. 2022 – 13,5%

Affinamento di 2-3 mesi in legno grande che non pregiudica la permanenza dei sentori degli aromi primari. Colore paglierino con riflessi verdognoli. Fresco con note di mela golden. Struttura ed acidità fanno pensare ad una buona potenzialità di invecchiamento.

 

  • DE VITE: 60% Sauvignon, Pinot Bianco, Muller Thurgau. 2022 – 12,5%

Colore giallo chiaro con leggeri riflessi verdognoli. Una bella cuvée nella quale chiaramente si distinguono l’aromaticità del Sauvignon, la freschezza del Pinot Bianco e la mineralità del Muller Thurgau.

 

  • JOSEPH GEWÜRZTRAMINER: 100% Gewϋ 2022 – 14,5%

Un vino elegante, con una bella vena aromatica e note speziate-affumicate. Un vino di corpo caratterizzato da acidità e freschezza che gli donano una buona beva.

 

  • VIGNA KOLBENHOF GEWÜRZTRAMINER: 100% Gewϋ 2021 – 15%

Altra espressione di una vigna specifica. Al naso grande espressione di aromi sia di pesca e frutti esotici, che più vegetali. In bocca, fiori di acacia accompagnati da una buona freschezza.

Un vino di corpo e struttura dedicato all’invecchiamento, ci aspettiamo infatti di poterlo assaporare piacevolmente fra 5-10 anni. L’intensità e la persistenza al palato sono una buona premessa per ben accompagnare un risotto allo zafferano, uno speck affumicato e piatti della cucina asiatica.

 

  • LAGREIN: 100% Lagrein. 2021. 13,5%

Tipico colore rosso rubino brillante. Al naso equilibrato tra l’intensità di profumi speziati di fragolina di bosco e viola e più immediati e freschi. In bocca è armonico ed equilibrato con aromi di ciliegia, tannini ed acidità.

 

  • MECZAN PINOT NERO: 100% Pinot Nero. 2022 – 13%

Vino con le caratteristiche tipiche di questo vitigno. Color rosso rubino con riflessi granato. Corrispondenza fra naso e bocca, si apprezza un vino morbido e fruttato con sentori di piccoli frutti rossi, viola e cassis.

 

  • RISERVA MAZON PINOT NERO: 100% Pinot Nero. 2021 – 13,5%

Etichetta della linea Selezioni. Nel calice colore rosso rubino con riflessi granato. Profumi tipici del sottobosco, piccoli frutti ed amarene. Si apprezza anche una speziatura dolce come la cannella e la vaniglia e leggermente “pizzichina” come il pepe bianco. Caldo e rotondo che promette bene per un paio di anni di permanenza in bottiglia. Sul finale chiude con una leggera nota tannica e ammandorlata.

 

 

Una mezz’oretta di auto ci porta a Bolzano per l’ultima visita della giornata presso la tenuta ROTTENSTEINER.

Ad attenderci c’è Judith, che ci fa subito immergere nella storia della cantina. La famiglia Rottensteiner produce vino già dal 1530 quando si trovava nella zona del Renon. Successivamente si allarga anche nel territorio di Santa Maddalena, DOC tipica per la Schiava, che infatti viene utilizzata per la totale produzione di vino. E’ negli anni ’50 che Hans Rottensteiner acquisisce il terreno dove ci troviamo adesso e fonda l’omonima cantina.

Bolzano è una zona particolare, che presenta molte eccezioni; il clima presenta una temperatura molto calda che favorisce la coltivazione dei vitigni a bacca rossa quali Schiava, sulle colline, e Lagrein, sul fondovalle, che qua hanno il loro territorio preferito.

Il terreno è di tipo porfirico, chiaramente riconoscibile per la pietra rossa che caratterizza i vini nella mineralità e nella aromaticità.

Dai 450 mt di altitudine, si cominciano a trovare i vitigni a bacca bianca quali Muller Thurgau, Pinot Bianco, Pinot Grigio e Chardonnay. Troviamo anche il Gewϋrztraminer la cui patria è però la zona del Termeno.

Per il 60% vengono prodotti vini rossi, il 90% dei quali sono Schiava e Lagrein.

Attualmente l’azienda conta 20 ha di terreno di proprietà ed altri 40 ha provenienti da 60 contadini conferitori per una produzione annuale di circa 450.000 bottiglie.

Per la fermentazione dei vini rossi vengono utilizzate vecchie cisterne di cemento utili per far passare ossigeno. Non vengono utilizzate botti che vengono invece solamente impiegate per l’affinamento.

Abbiamo il piacere di visitare anche la piccola barricaia dove sono presenti 110 botti in legno quasi tutto francese, a volte americano, contenenti Lagrein appartenenti alla linea Select che vengono assaggiate una volta all’anno e fatte uscire a gusto.

L’entusiasmo e la passione di Judith affascinano e non vediamo l’ora di assaggiare qualcosa:

  • PINOT BIANCO CARNOL: 100% Pinot Bianco. 2022 – 14%

La nostra degustazione inizia da un vino bianco della linea “CRU”. Si tratta di un Pinot Bianco ottenuto dai migliori vigneti nei dintorni di Bolzano, in particolare il Maso Toll, un piccolo conferitore che si trova 650 mt s.l.m. e che si riconosce nel vino per la corposità ed eleganza, mentre il secondo terreno, circa 200 mt più in alto, sopra Terlano, caratterizzato da una composizione completamente porfirica regala al vino mineralità e freschezza. Queste si percepiscono già al naso con una spiccata nota salata e di pietra bagnata che poi ritroviamo in bocca con un finale molto persistente.

 

  • LAGREIN ROSATO: 100% Lagrein. 2022 – 13,5%

Talvolta conosciuto come Lagrein Kretzer, un tempo l’uva veniva pigiata e dopo poche ore allo svinamento il mosto passava per un cesto, il Kretz appunto, che fungeva da setaccio. Negli anni ’80 il Lagrein rosato fu quasi dimenticato per poi rinascere negli ultimi anni.

Per la produzione di questo vino, la maggior parte delle uve vengono solamente pressate, solo una piccola parte fa salasso, in quanto la bacca risulta già molto colorata di suo.

Al naso arrivano subito i sentori di frutti di bosco, in particolare la fragolina di bosco. In bocca si apprezza l’acidità che poi chiude con sentori tannici.

Con il suo carattere vivace e fresco, può essere un tipico vino da estate che però con la sua forza riesce ad accompagnare bene antipasti saporiti e soprattutto una bella grigliata di carne bianca in compagnia.

 

  • SCHIAVA VIGNA KRISTPLONERHOF: 100% Schiava. 2022 – 13%

Torniamo ad un’etichetta della linea CRU, in quanto siamo davanti ad una Schiava proveniente da un unico vigneto di un maso sopra Bolzano.

Nel calice ci troviamo davanti ad un vino molto immediato, da classico tagliere da aperitivo.

 

  • SANTA MADDALENA CLASSICO VIGNA PREMSTALLERHOF: 93% Schiava, 7% Lagrein. 2022 – 13%

Altra CRU stavolta intorno ai 500 mt di altezza; si tratta di uno dei migliori vigneti della DOC Santa Maddalena Classico dove Schiava e Lagrein crescono insieme.

La vinificazione avviene in parte in acciaio e in parte in botte grande.

Un intenso rosso rubino con aromi di ciliegia e viola, in bocca un sapore pieno con morbidi tannini ma anche sentori minerali e freschi che sono caratteristiche per una buona longevità.

  • SELECT VIGNA PREMSTALLERHOF S. MADDALENA CLASSICO: 87% Schiava, 13% Lagrein. 2022 – 13%

Le ultime due etichette della nostra degustazione fanno parte della linea “SELECT”, caratterizzata da quei vini caratterizzati da una selezione particolare dei vigneti e della maturazione in piccole botti di rovere.

La selezione, in questo caso, comprende le vigne poste nella parte più bassa e più vecchia del maso (50-60 anni). Queste uve vengono raccolte manualmente, pressate separatamente, fatte fermentare in cemento e quindi fatte maturare per diversi mesi in grandi botti di legno.

L’interesse è quello di produrre un vino di valore, per questo vengono prodotte solamente 2000 bottiglie/anno circa.

Vino che colpisce per l’eleganza data dalla Schiava e la complessità donata invece dal Lagrein. Facile immaginarsi come sia più vicino ad un vino rosso che facilmente si sposa con piatti a base di carne e spezie.

 

  • SELECT LAGREIN GRIES RISERVA: 100% Lagrein. 2020 – 13,5%

Etichetta prodotta da uve provenienti da tre vigneti situati nel centro della frazione di Gries con viti vecchie più di 30 anni.

Dopo una fermentazione in cemento, il Lagrein matura un anno in barrique per poi tornare un altro anno in botte grande.

Vino complesso che colpisce per i sentori di viola, ciliegia, frutti di bosco, fino ad arrivare alla liquirizia, al cioccolato e al caffè. Tutto ciò è accompagnato da tannini ammorbidi grazie all’utilizzo delle barrique francesi che mai predominano nel calice.

 

La prima giornata è andata, le prime cantine ci hanno coccolato ed incuriosito. Adesso ci pregustiamo una bella cenetta al fresco della montagna. E proprio così, il nostro albergo ci attende, nonché lo chef ci aspetta e noi ci facciamo deliziare dai suoi manicaretti…ma le sorprese non sono ancora finite…vero Luigi?!?!

È proprio a fine cena, infatti, che una fiaccola illumina la sera…non potevamo non ricordarci del compleanno del nostro “Capogruppo”! E allora…TANTI AUGURI LUIGI!!!

Il fresco della montagna ci dà il buongiorno ed una bella colazione è quello che ci vuole prima della nostra seconda giornata di degustazioni.

Oggi ci sposteremo alla scoperta dell’Alto Adige, viaggiamo verso la Piana Rotaliana, area fertile e adatta alla coltivazione della vite in quanto piana alluvionale posta tra l’Adige ed il torrente Noce.

Ci fermiamo a San Michele all’Adige, dove conosciamo una delle prime cantine vitivinicole del Trentino: ENDRIZZI. Fondata nel 1885 dai fratelli Endrizzi che arrivano dalla Val di Non per stabilizzarsi nella località Masetto, all’epoca luogo strategico per il commercio. Nel 1896 l’azienda comincia ad ampliarsi fino ad arrivare ad oggi con la quinta generazione.

La produzione vede circa 700.000 bottiglie/anno e più di 30 etichette, sia in purezza che in blend, dove il Teroldego la fa da principe coccolato tra l’Adige ed il Noce su terreni sabbiosi e ciottolosi.

La proprietà conta 17 ha divisi in quattro vigneti, più circa 35 ha da conferitori trentini e toscani.

In particolare, a 300 mt di altitudine, scorgiamo il vigneto del Masetto e poco sopra quello del Piancastello, completamente circondato dal bosco. Quest’ultimo, con il suo terreno roccioso, dona particolare mineralità a Chardonnay e Pinot Nero ed è quindi il Cru per le riserve di Trento DOC che ha una produzione di 130.000 bottiglie/anno.

Toccasana per le uve è la cosiddetta “Ora del Garda”, il vento che tutti i pomeriggi si alza e soffia dal Garda da Sud verso Nord e che asciuga le uve.

Una volta vendemmiata, l’uva arriva in cantina per gravità, a caduta, dove subisce una pressatura soffice.

Nella barricaia troviamo tra 400 e 600 barriques di rovere francese e americano e anche di acacia ungherese che rispetto alle altre è un po’ più morbida e gentile. Sono tutte botte di secondo o terzo passaggio, per alcuni vini addirittura legno esausto.

Vengono utilizzate anche alcune botti grandi e serbatoi in cemento.

Ci spostiamo al tavolo degustazione dove troviamo anche qualche stuzzichino tipico ad accompagnare i vini:

  • PIANCASTELLO RISERVA: 60% Chardonnay, 40% Pinot Nero. 2018 – 13% (circa 8g/l di residuo zuccherino)

Trento DOC millesimato con maturazione di 36 mesi sui lieviti.

Effervescenza mediamente fine alla vista che in bocca risulta grossolana.

Pulito, elegante, morbido e persistente con spiccati sentori di limone.

 

  • PIANCASTELLO ZERO: 60% Chardonnay, 40% Pinot Nero 2018 – 13%

Versione del “Piancastello” Pas Dosè, alla sboccatura cioè, non viene aggiunto alcun “dosage”.

Maturazione di 42 mesi sui lieviti.

Effervescenza molto fine che si mantiene fine in bocca.

Pulito, elegante, sapido ed avvolgente.

 

  • PIANCASTELLO ROSE’: 60% Chardonnay, 40% Pinot Nero 2018 – 13% (circa 8g/l di residuo zuccherino)

Maturazione di 48 mesi sui lieviti.

Colore rosa tenue, brillante.

Rispetto ai primi due si apprezza la maggior spinta e struttura.

 

  • MASETTO BIANCO: 40% Riesling, 30% Chardonnay. 2021 – 13,5%

Un Riesling diverso da quelli ai quali siamo abituati; meno idrocarburo e più frutti e fiori.

Il Riesling affina in barrique mentre lo Chardonnay in botte grande. Ma questi passaggi in legno non sono mai predominanti.

Colore paglierino con riflessi dorati.

Profumi di frutti esotici maturi, gusto armonico e persistenze.

Vino ancora molto fresco destinato anche ad invecchiamenti importanti.

 

  • MASETTO NERO: 50% Teroldego, 25% Cabernet Sauvignon, 25% Merlot. 2019 – 13,5%

È il vino più antico dell’azienda, creato proprio dal suo fondatore che volle unire i vitigni più scuri per creare un vino “nero”.

Circa il 10-15% di Teroldego viene messo in cassetta e appassita per 15gg per donare la “spalla” necessaria al vino. Poi affinato in barrique per 18 mesi.

Vino morbido e ampio nel quale si apprezzano la vena fresca del Teroldego, la nota verde del Cabernet Sauvignon e la nota vellutata del Merlot.

 

Una bella accoglienza ed una bella degustazione ci hanno coccolati anche stavolta; il tempo di qualche acquisto e ci rimettiamo in viaggio. Non è ancora finita però, ci aspetta ancora un’altra cantina.

Percorriamo circa 70 km sulla strada che ci riporterà poi a casa, e ci fermiamo nel comune di Avio per visitare l’azienda VALLAROM.

Il sorriso di Barbara e Filippo ci accolgono con gioia e convivialità, e se la maglietta del padrone di casa non mente (“L’acqua fa ruggine”) le aspettative sono molto alte…!

Ci troviamo in una valle ricca di detriti sciolti dal ghiaccio, un terreno argilloso e calcareo con un po’ di dolomia, con il monte Baldo che la separa dal lago di Garda.

La proprietà è composta da 7 ha di vigneti, una particolarità è che per il Pinot Nero, ad ogni varietà è dedicato un vigneto, come fosse un piccolo Cru, questo viene fatto per mantenere un po’ di biodiversità.

Tutto il processo produttivo viene eseguito in azienda, salvo il dégorgement. Per la fermentazione e l’affinamento vengono utilizzati serbatoi in acciaio (Marzemino e Moscato giallo fanno solo acciaio) e anfore (per l’Enantio, per una parte dello Chardonnay e per il Syrah che andrà a fare il rosato). Troviamo poi una piccola barricaia dove a seguito dell’affinamento in tonneau, viene utilizzata la bentonite; sostanza che lega le particelle colloidali presenti nel vino e le porta sul fondo permettendo quindi l’illimpidimento. Per finire, non può mancare la cantina storica dedicata agli affinamenti da 14 a 30 mesi.

La visita con Filippo, tra vigneti e cantina è stata davvero piacevole, ci spostiamo quindi nella sala degustazione dove ci aspetta anche Barbara che nel frattempo ci ha preparato salumi e formaggi tipici nonché uno squisito miele da loro prodotto, che accompagneranno la nostra degustazione:

 

  • VO’ BRUT: 100% Chardonnay. 2020 – 12,5%. Metodo classico Pas dosé

30 mesi sui lieviti.

20% delle uve fermentano in barriques.

Si percepiscono i classici sentori di crosta di pane, miele. In bocca una buona struttura, intensa e persistente.

 

  • VO’ ROSE’: 100% Pinot Nero. 2020 – 12,5%. Pas dosé.

30 mesi sui lieviti.

Ottenuto con il metodo del salasso, questo metodo classico viene prodotto con macerazione a contatto delle bucce per 18 ore in pressa.

Al naso si sprigionano profumi di mora, fragola e amarena; in bocca ben strutturato e con una leggera tannicità.

 

  • MOSCATO GIALLO: 100% Moscato giallo. 2020 – 12%

Bianco che esprime tutti i caratteri varietali come melone e pesca sciroppata.

Un vino che potremmo pensare con crostacei, formaggi e anche dolci tipici trentini.

 

  • CHARDONNAY: 100% Chardonnay. 2021 – 13%

Vino che affina sia un anno in barriques che un anno in anfora.

Intenso al naso, in bocca sentori di vaniglia, leggera affumicatura e nocciola.

 

  • SYRAH: 100% Syrah. 2020 – 13%

Affinamento in anfora.

Sentori di frutti neri come more e mirtilli, al palato marmellata di fragola, con note speziate di pepe nero ben bilanciate con sentori di caffè e crosta di pane.

 

  • MARZEMINO: 100% Marzemino. 2020 – 12%

Profumo intenso di viola e cannella. In bocca morbido, strutturato con finale ammandorlato.

 

  • PINOT NERO: 100% Pinot Nero. 2021 – 12,5%

Affinamento in barriques per circa 14 mesi.

Profumo intenso di amarena e piccoli frutti rossi. Sapore armonico accompagnato da una nota leggermente tannica e speziata.

 

  • LAMBRUSCO FOGLIA FRASTAGLIATA: 100% Lambrusco a foglia frastagliata. 2022 – 12%

Riconosciuto come Presidio Slow Food in quanti si tratta di un vitigno autoctono originatosi nella Valle dell’Adige.

È forse il vitigno a bacca nera più importante della bassa Vallagarina. Inizialmente il vitigno era amato dai viticoltori per la sua spiccata resistenza agli attacchi parassitari, ai freddi inverni e all’alta adattabilità su vari terreni e fino a pochi anni fa, al quasi totale produzione enologica era destinata ai vini da taglio e per questo risulta ancora scarsamente conosciuto.

Dalla metà degli anni ’80 però, l’interesse su questo vitigno è aumentato, sono stati fatti vari studi che hanno fatto emergere diverse particolarità come, ad esempio, la NON appartenenza alla famiglia dei Lambruschi emiliani e che già Dioscoride, botanico e medico greco antico vissuto nella Roma imperiale, citava l’Oenanthè, una pianta di vite da fiore, la vitis silvestris a fiori maschili e quindi non produttiva.

Anche Plinio nel I° secolo d.C., in una sua opera parlava di questo vitigno chiarendo che: “Lambrusca hoc est vite silvestris, quod vocatur oenanthium” – ovvero, “il Lambrusco è la vite selvatica chiamata Enantio”.

Nel calice si presenta di un colore rosso rubino intenso, profumi di piccoli frutti rossi e spezie. Al palato sapido, fresco e persistente.

 

  • XX: 100% Syrah. 2020 – 13%

Profumi di frutta matura, marmellata di fragola e more con note spezziate di pepe verde, ben amalgamate con il sentore di caffè.

 

  • FUFLUS: Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Syrah, Merlot. 2018 – 13%

Fuflus: inno al territorio e alla storia di Vallarom; In etichetta, infatti, una mappa risalente al 1700 che rappresenta la Valle dell’Adige proprio dove si trova Vallarom ed il nome onomatopeico da “il fiume che fluttua” e che ricorda anche Flufluns, il dio etrusco del vino.

Profumo di frutta matura con note speziate di pepe verde ben bilanciate con i sentori di mora, prugna, peperone, caffè e cioccolata.

 

Questa è stata davvero l’ultima visita per questo nostro weekend.

Credo ci possiamo ritenere soddisfatti dall’esperienza fatta, dalle curiosità ascoltate e degustate, e soprattutto dalla voglia, dalla serenità e dall’allegria che fino ad ora ha sempre accompagnato le nostre gite.

Come sempre GRAZIE a tutti!… e adesso BUONE VACANZE…ci vediamo a Settembre!

 

 Articolo di Sara Bessi