Il relatore, Giovanni D’Alessandro, ci ha guidati in un tour appassionante, dandoci la possibilità di avere nel bicchiere, in una sola sera, sei rappresentanti di una delle più prestigiose espressioni di Pinot Nero della Borgogna. Vini difficilmente reperibili solo a prezzi inavvicinabili, a meno che non si abbiano contatti con le cantine produttrici.
La serata ci regala un approfondimento su Gevrey Chambertin, all’estremità nord della Côte de Nuit. A Gevrey i vigneti Grand Cru, Premier Cru e Village sono tutti raggruppati a formare una grande Y. Qui nel 1847 fu unito il nome del miglior vigneto, “Chambertin”, al nome del Comune di Gevrey, che diventò Gevrey Chambertin. La Côte de Nuit consta di 24 Grand Cru, dei quali 9 a Gevrey, in un tratto lungo circa 950m, fra cui spiccano Chambertin e Clos de Bèze.
Quando nel 1930 furono definite le AOC, la strada più semplice da seguire fu quella di mettere tutti i vigneti vicini a Chambertin fra i Grand Cru. Dei 9 Grand Cru, 5 sono sopra la strada fino a 250m slm, 4 sottostrada, in pianura. La strada in questione è una via di campagna che passa in mezzo alla meraviglia dei Grand Cru, parallela alla statale D974 che attraversa la Borgogna.
Il Clos de Bèze è il più antico dei 9 Grand Cru, coltivato dai Monaci fin dal 630DC. Accanto all’Abbazia di Bèze si trovava il campo di un tale di nome Bertin, da cui “Chambertin”. A Gevrey tutti i Grand Cru hanno il bosco alle spalle che li ripara dai venti e abbassa la temperatura di notte. Un canyon divide i Grand Cru dai Premier Cru.
Nella parte bassa si trovano tutti i Village, dove il suolo cambia e restituisce più calore, dando vini meno eleganti e più potenti; il concetto di Village è quello di mettere insieme le uve di più vigne e commercializzare il vino come Gevrey Chambertin Village. Il Grand Cru mancato, la Cote de Saint Jacques, ha un suolo variegato ed è una vigna che può competere con lo Chambertin; è Premier Cru perché il proprietario non volle pagare la tassa per innalzarlo a Grand Cru, perciò è definito lo Chambertin dei poveri. Abbiamo in degustazione “Les Cazetiers” Premier Cru 2017.
Quello che determina l’eccellenza del vino, a parte la mano dell’uomo, sono terreno e clima dell’annata. Ce ne rendiamo conto degustando il Village Domaine Gilles Burguet Gevrey Chambertin Les Corvées 2005, la miglior annata degli ultimi 50 anni a Gevrey, capace di mantenere acidità e sentori olfatti spettacolari: concludiamo che la grande annata ha il potere di trasformare il prodotto di un Cru meno prestigioso, mettendo in discussione le gerarchie. La vigna meno importante sulla carta nella grande annata può fare meraviglie, ma la scoperta è che il Grand Cru si fa beffe dell’annata difficile riuscendo a tirare fuori ugualmente un gran vino, questo lo rende superiore. Nella serata abbiamo due Grand Cru, il 2007, annata molto calda, e il 2013, di contro fredda e con problemi vegetativi: ciò ci permette di confrontare situazioni opposte. Vediamo poi il Grand Cru nell’annata “spaziale” 2010, che ci regalerà sensazioni indimenticabili. L’annata 2016 mette tutti d’accordo: profumata, acidità spinta, piace da subito e può invecchiare.
Andando da nord verso sud, il primo Grand Cru è MAZIS: suolo sassoso, suddiviso a sua volta in due zone; qui troviamo anche una parte di roccia lavica che conferisce una vena minerale marcata ai vini.
In degustazione:
Domaine Jean Michel Guillon & Fils
Mazis Chambertin Grand Cru 2016
Poi RUCHOTLES, piccolissimo Cru, per gran parte di Armand Russeau, con costo dei vini fuori scala. Il suolo è particolarmente roccioso e si riscontra nei vini.
A seguire CLOS DE BÈZE e CHAMBERTIN. Il disciplinare consente a Clos de Bèze di essere etichettato come Chambertin. I vini sono caratterizzati da una grazia e una finezza dovute al suolo: marne, gesso, detriti fossili fra cui l'ostrea acuminata. Qui si hanno tutti i tipi di calcare della Borgogna e, grazie alla suddivisione in lunghezza delle porzioni di Cru, ogni proprietario mantiene ciascuna delle caratteristiche del suolo.
In degustazione:
Domaine Louis Remy Chambertin
Grand Cru 2007
Proseguiamo con LATRICIERES, un terreno arido e sassoso dove, sapendo interpretare le caratteristiche dei vigneti, si possono avere grandi risultati che potremo riscontrare in degustazione con “Chantal Remy” 2010, un meraviglioso connubio di eleganza e mineralità.
Arriviamo a LA CHAPELLE, con produttori importantissimi per i vini più eleganti ed enigmatici di Gevrey.
È la volta di GRIOTTE Chambertin, Cru più caldo, dove vi sono pochi produttori di altissimo livello.
Infine troviamo CHARME Chambertin e MAZOYERES Chambertin. In totale sono 30 ettari, il vigneto più esteso di Gevrey; qui aumentano argilla e detriti.
In degustazione:
Domaine des Varoilles Charmes Chambertin Grand Cru 2013 che possiede uno sviluppo gusto olfattivo pieno e avvolgente.
Ringraziamo Simona Orlandi che ha organizzato la serata: la sfida fra Grand Cru e grande annata ci ha posti davanti a una scelta difficilissima! Alla prossima degustazione!
articolo di Marzia Nardi